La brasatura dell’alluminio è un processo di giunzione che avviene a temperature superiori a 450 °C, ma inferiori al punto di fusione del metallo base. A differenza della saldatura, il metallo base (l’alluminio) non fonde: la giunzione si realizza per diffusione grazie alla fusione di una lega d’apporto.
Dal punto di vista chimico, la principale difficoltà nella brasatura dell’alluminio è la presenza del suo strato di ossido (Al₂O₃), molto stabile e refrattario. Questo strato impedisce l’adesione del materiale d’apporto e dev’essere rimosso o controllato tramite l’uso di flussanti specifici a base di fluoruri e cloruri, capaci di rompere l’ossido e promuovere il bagnamento.
Le leghe d’apporto per la brasatura dell’alluminio sono spesso a base di alluminio-silicio (Al-Si), con percentuali variabili di silicio (dal 7% al 12%) per abbassare il punto di fusione e migliorare la fluidità. Talvolta possono contenere anche rame (Cu), manganese (Mn) o zinco (Zn), per incrementare la resistenza meccanica della giunzione o adattarsi a specifiche condizioni di esercizio.
La corretta selezione della lega d’apporto e dei flussanti, insieme al controllo preciso della temperatura e dell’atmosfera, è fondamentale per ottenere una brasatura efficace, resistente alla corrosione e con buone proprietà meccaniche.
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