Air Liquide in prima linea per l’innovazione spaziale

03/04/2023

Air Liquide in prima linea per l’innovazione spaziale

Lo spazio è un settore caratterizzato da tecnologie all'avanguardia, che richiedono anni di ricerca e costanti innovazioni. Forte di oltre 50 anni di esperienza in questo ambito, il Gruppo Air Liquide ha sviluppato diverse soluzioni per facilitare l'esplorazione spaziale.

Quando è iniziata l’esperienza di Air Liquide nel settore spaziale?
Nel 1962 quando Jean Delorme, all’epoca Presidente e CEO del Gruppo, decise di creare un centro di ricerca avanzata vicino a Grenoble, dopo essere stato convinto del potenziale industriale della criogenia. L'hub era dedicato alla criogenia, allo studio delle temperature ultra-basse e testava serbatoi criogenici prodotti in loco, in particolare serbatoi full-size testati in condizioni spaziali.

Da quando Air Liquide è coinvolta nel programma europeo Ariane?
Il Gruppo è coinvolto nel programma Ariane sin dal suo lancio a Bruxelles nel 1973! Da allora, ha contribuito allo sviluppo delle diverse generazioni di lanciatori, da Ariane 1 a Ariane 5. In che modo? Fornendo propellenti liquidi - ossigeno e idrogeno liquidi - per lanciare i razzi e mettendo la propria esperienza in ambito criogenia al servizio del programma.

Air Liquide sta ancora lavorando al programma Ariane?
Sì! Nel 2011 è stato creato un serbatoio criogenico dimostrativo, grande la metà di un serbatoio Ariane standard, per testare nuove tecnologie. Effettuando delle prove su questo serbatoio dimostrativo, Air Liquide è stata in grado di perfezionare 14 tecnologie all'avanguardia che le hanno permesso di posizionarsi come player competente per la progettazione della criogenia per Ariane 6 che, secondo le indicazioni recentemente fornite  dall’Agenzia spaziale francese CNES, dovrebbe essere pronto per il lancio entro la fine del 2023.

Air Liquide in prima linea per l’innovazione spaziale

 

Air Liquide è coinvolta in tutte le principali fasi del ciclo di vita di un lanciatore spaziale, in particolare a terra. Come?
Air Liquide fornisce e gestisce tutti i sistemi di distribuzione, compresa la tavola di lancio e l'albero con idrogeno liquido e ossigeno. La tavola di lancio è un'enorme struttura metallica mobile dal peso di 870 tonnellate a vuoto. È dotato di un albero ombelicale alto 58 metri che ospita tutti i sistemi necessari per alimentare e controllare il lanciatore.

Per conto di Arianespace e CNES (Centre national d'études spatiales— il Centro nazionale francese per gli studi spaziali), Air Liquide supervisiona e manutiene anche le apparecchiature e i serbatoi criogenici, nonché tutti i connettori che collegano il lanciatore, i bracci ombelicali e le condotte ai sistemi di terra.

In che modo Air Liquide ha contribuito ai satelliti Herschel e Planck?
Air Liquide è stata coinvolta nella fase di raffreddamento di questi due programmi spaziali, grazie alla sua esperienza unica nella criogenia e nell'ingegneria dei gas. Hershel e Planck, progettati per comprendere meglio la formazione e l'evoluzione dell'universo, erano specializzati rispettivamente nell'astronomia a infrarossi e a microonde. Questi satelliti erano considerati i più complessi d'Europa: hanno permesso di studiare variazioni minime di temperatura e di osservare l'universo con un elevato livello di precisione.

Air Liquide è coinvolta anche in progetti spaziali internazionali. In che modo, ad esempio, ha contribuito alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS)?
Il contributo di Air Liquide si trova a bordo della ISS sotto forma di MELFI (Minus Eighty Degree Laboratory Freezer for the ISS). Questo "congelatore spaziale" conserva campioni scientifici a -80°C. Inizialmente aveva una durata di vita di due anni, ma ora funziona ininterrottamente da oltre 16 anni! Per il suo decimo compleanno nel 2016 e il suo quindicesimo nel 2021, l’astronauta Thomas Pesquet ha augurato a MELFI un felice compleanno in diretta dalla ISS sui social media.

Air Liquide supporta anche il lancio di razzi da basi come Kourou nella Guyana francese, Cape Canaveral negli Stati Uniti e Tanegashima in Giappone.

La ricerca in ambito spaziale può contribuire al progresso in altri campi?
Sì! La soluzione Turbo-Brayton è un esempio di applicazione particolarmente promettente. Inizialmente progettata per refrigerare i campioni biologici a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, la soluzione è ora utilizzata anche per trasportare il gas naturale liquefatto (GNL). Turbo-Brayton viene installata sulle metaniere per impedire l'evaporazione del gas durante il trasporto, evitando lo spreco di GNL e limitandone l'impatto sull'ambiente. Questo genera ulteriori opportunità di applicazione nell'ambito della transizione energetica: la soluzione, ad esempio, potrebbe essere impiegata per liquefare il biometano prodotto dal recupero di rifiuti domestici, agricoli o industriali.