Carbon neutrality, cos'è e come si può raggiungere

16/10/2023

carbon neutrality

La carbon neutrality (neutralità carbonica) si raggiunge quando la CO2 emessa in atmosfera viene bilanciata da azioni volte alla sua rimozione, arrivando a un equilibrio tra l’anidride carbonica prodotta e quella assorbita. 

Con l’Accordo di Parigi, siglato nel 2015 e sottoscritto negli anni da oltre 190 Paesi a livello mondiale, l’Unione Europea si è data l’obiettivo sfidante di contrastare il riscaldamento climatico, mantenendo l’innalzamento della temperatura globale entro i 2°C rispetto ai livelli preindustriali e impegnandosi a limitarlo a 1,5°C. Un piano d’azione che, oltre a questo obiettivo di lungo termine, è caratterizzato dall’ambizione di ogni Stato firmatario di comunicare, l’un l’altro e al pubblico, i rispettivi programmi di azione ogni 5 anni, nonché i risultati raggiunti, in un’ottica di trasparenza.

In materia di carbon neutrality, nel 2019 la Commissione europea ha presentato il Green Deal europeo: un pacchetto di iniziative politico-strategiche finalizzate al raggiungimento della neutralità carbonica per l’Unione Europea entro il 2050.

Questo traguardo va considerato nel quadro più ampio della transizione energetica per contrastare il cambiamento climatico, ed è scandito da obiettivi intermedi legati anche alla riduzione delle emissioni.

La carbon neutrality nel contesto dell’abbattimento delle emissioni

Il pacchetto Fit for 55 segna un target importante nella traiettoria verso la carbon neutrality, poiché prevede, entro il 2030, la riduzione del 55% delle emissioni in Europa rispetto al 1990. Sia questo obiettivo intermedio, che quello di lungo termine - la carbon neutrality al 2050 - sono diventati vincolanti per l’UE attraverso la European Climate Law (Legge Europea sul Clima), che ha trasformato un’ambizione politica in obbligo legale per gli Stati membri.

Le aree su cui intervenire per favorire la riduzione delle emissioni e il raggiungimento della carbon neutrality secondo il pacchetto Fit for 55 sono svariate: tra queste, la progressiva sostituzione dei combustibili fossili con energia o vettori energetici da fonti rinnovabili o low-carbon (ad esempio, il biometano e l’idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili), e una serie di misure per agevolare la decarbonizzazione dell’industria e dei trasporti, specialmente per quanto riguarda la mobilità pesante. 

Gli obiettivi e le tecnologie di Air Liquide per raggiungere la carbon neutrality

Molte aziende promuovono da tempo iniziative in favore della carbon neutrality: una delle più note è la compensazione delle emissioni, cioè un’attività volta a compensare l'emissione di anidride carbonica o di altri gas a effetto serra attraverso interventi di forestazione in grado di assorbirne le stesse quantità oppure sviluppando progetti che ne evitino la produzione. Ma per centrare l’obiettivo della carbon neutrality al 2050 occorrono anche e soprattutto tecnologie innovative, in grado di fare davvero la differenza in questa sfida.

Air Liquide contribuisce al percorso verso la carbon neutrality con obiettivi e soluzioni che interessano l'intera catena del valore dei propri prodotti per coprire le emissioni dirette dell’organizzazione (Scope 1), le emissioni indirette legate all'approvvigionamento di energia elettrica (Scope 2) e le altre categorie di emissioni indirette derivanti dalle attività lungo tutta la filiera dei prodotti venduti da Air Liquide, a monte e a valle dell’organizzazione (Scope 3).

Per quanto riguarda la propria attività, il Gruppo è allineato con gli obiettivi europei di carbon neutrality al 2050 con due traguardi intermedi: -30% della nostra intensità carbonica entro il 2025 (nel 2022, raggiunto il -25%, in linea con la traiettoria delineata) e la riduzione del 33% delle emissioni di Scope 1 e 2 entro il 2035. A questi, si aggiunge l’obiettivo Scope 3 del Gruppo di avere il 75% dei propri primi 50 clienti impegnati nel raggiungimento della carbon neutrality al 2050 entro il 2025 (innalzando poi la percentuale al 100% dei nostri primi clienti entro il 2035).

Nel 2022, Air Liquide è stata la prima azienda del suo settore a ottenere un riconoscimento chiave per la propria strategia climatica di riduzione dell’impatto ambientale: l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 di Scope 1 e 2 al 2035 è stato validato dall’organizzazione internazionale Science Based Target Initiative (SBTi), in quanto considerato in linea con il livello di decarbonizzazione necessario per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1.5°C rispetto alle temperature preindustriali.

Allo stesso tempo, Air Liquide lavora per affiancare i propri clienti in questo percorso, fornendo loro prodotti e soluzioni più sostenibili, agendo su tre assi: l’impiego di energia a basse emissioni di carbonio, una migliore efficienza delle risorse e lo sviluppo di soluzioni innovative. Tra queste, la cattura e il sequestro di CO2 attraverso la tecnologia proprietaria CryocapTM e la produzione di idrogeno a basso impatto tramite elettrolizzatore.

In particolare, la cattura della CO2 è la tecnologia che meglio risponde alle esigenze di carbon neutrality nei settori hard-to-abate, dove le emissioni inquinanti sono parte intrinseca del processo di produzione. Industrie come cementifici, vetrerie o acciaierie sono infatti molto difficili da decarbonizzare perché prevedono una combustione alla base del processo per ottenere il prodotto finale, dunque il rilascio di CO2 in atmosfera.

Una volta catturata, la CO2 può essere stoccata in maniera permanente o riutilizzata. Sono però considerate conformi alla carbon neutrality solo quelle tipologie di riuso che mantengono la CO2 stoccata su orizzonti di lungo periodo, senza riutilizzarla in quanto tale. Ne sono un esempio i prodotti cementizi ricavati con CO2 catturata, che possono essere impiegati nel settore edile.

Le innovazioni di Air Liquide per la carbon neutrality

Già attraverso il suo core business, il Gruppo può sostenere i propri clienti sia in azioni mirate alla decarbonizzazione sia nel percorso verso la carbon neutrality. I gas prodotti da Air Liquide sono infatti abilitatori di tecnologie innovative, spesso implementate dal Gruppo stesso, in grado di sostenere le industrie verso questo obiettivo.
Attraverso l’offerta ECO ORIGIN™, basata su una metodologia certificata da un ente terzo, Air Liquide offre gas industriali con una ridotta impronta di carbonio perché prodotti al 100% con energia rinnovabile. Impiegare anidride carbonica, ossigeno, argon o azoto ricavati in modo più sostenibile e a basso contenuto di carbonio aiuta i clienti a ridurre le proprie emissioni e, quindi, la propria impronta ambientale.

Nell’ambito della rimozione dell’anidride carbonica nei settori hard-to-abate, l’ossigeno prodotto da Air Liquide può sostituire l’aria nel processo di combustione, efficientando il processo di cattura. Questa, infatti, è più efficace quando la CO2 dei fumi esausti del processo è molto concentrata. Grazie all’ossicombustione - una tecnica che consente di sostituire l’aria con l’ossigeno all’interno del processo di combustione, favorendo la riduzione dei consumi - i fumi di scarico restituiscono solo acqua e anidride carbonica priva di altri gas inerti, producendo così una CO2 più facile da catturare e abbattendo al contempo i costi di cattura.

Air Liquide applica la cattura del carbonio anche nel campo dell’Autothermal Reforming per la produzione di idrogeno. Pur non essendo questa una produzione a emissione zero, l’H2 risultante diventa comunque un prodotto a basso tenore di carbonio che risponde ai criteri di carbon neutrality. Catturando la CO2 emessa nel processo, infatti, l’emissione necessaria viene bilanciata.

Carbon neutrality: progetti e collaborazioni di Air Liquide

Ad oggi Air Liquide ha all’attivo diverse collaborazioni nel segno della carbon neutrality. Il Gruppo è partner del progetto internazionale HERCCULES, volto a dimostrare la fattibilità della filiera di cattura e stoccaggio della CO2. Il progetto pilota coinvolge anche l’Italia e vede la partecipazione di oltre 20 aziende. Grazie all’esperienza maturata nella gestione dell’intera catena del valore della CO2, Air Liquide si occuperà del trasporto dell’anidride carbonica dai siti industriali di cattura al bacino di stoccaggio geologico di Ravenna. Non solo, contribuirà anche ad implementare un’attività di comparazione tra le tecnologie applicate nel corso del progetto e le soluzioni già disponibili su larga scala, con l’obiettivo di favorirne la replicabilità.

In tema di idrogeno, Air Liquide sta esplorando il campo del cracking di ammoniaca su scala industriale. Essendo l’H2 una molecola a bassa densità, in assenza di una tubazione il suo trasporto allo stato gassoso richiede pressioni elevatissime, mentre per portarla allo stato liquido occorrono temperature vicine allo zero assoluto. Una soluzione possibile è combinare l’idrogeno con l’azoto per ricavare ammoniaca (NH3), più facilmente trasportabile sulle lunghe distanze. Una volta giunta a destinazione, tramite impianti a basso impatto ambientale, la molecola di ammoniaca può essere scissa, restituendo idrogeno e azoto. Un progetto che sta già diventando realtà ad Anversa, in Belgio.

Infine, la tecnologia Autothermal Reforming di Air Liquide è protagonista di un progetto in Giappone dove stiamo lavorando alla produzione dimostrativa di idrogeno e ammoniaca a basse emissioni di carbonio. Combinata con la cattura del carbonio, l’ATR consente di produrre idrogeno e ammoniaca low carbon su vasta scala.