Transizione energetica, il futuro dell'industria

21/11/2023

Transizione energetica

In un contesto in cui gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti, la transizione energetica è la chiave per ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra responsabili del riscaldamento globale.

La transizione energetica consiste nel favorire il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili (fossili) a fonti rinnovabili e, tra le sue declinazioni, prevede quindi di trovare soluzioni che evitino l’emissione in atmosfera dei gas inquinanti derivanti dai processi industriali, favorendone la decarbonizzazione. L’obiettivo generale, sostenuto in primis dalle istituzioni europee, è mantenere la soglia di riscaldamento globale sotto i 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Dagli anni ‘90 lo sforzo dell’industria si è concentrato nell’efficientare i processi, utilizzando meno risorse ed energia per ricavare lo stesso prodotto. Il solo efficientamento energetico, però, non è sufficiente ad azzerare le emissioni di CO2: ecco perché la transizione energetica porta con sé un cambiamento più radicale.

Da una parte, la transizione energetica richiede di ricorrere, ad esempio, all’elettrificazione, ovvero di sostituire le tecnologie e i servizi che usano combustibili fossili con quelli che usano elettricità da fonti rinnovabili, per rendere meno impattante la produzione industriale. Occorre però tenere conto dei settori hard-to-abate, in cui l’emissione di CO2 è intrinseca al processo produttivo. Qui, la transizione energetica impone di modificare alla base i processi, cercando soluzioni alternative per ottenere prodotti a basso impatto ambientale.

Ormai da tempo, Air Liquide ha fatto sue queste sfide e accompagna i suoi clienti nel percorso verso la transizione energetica con tecnologie affidabili e innovative.

I benefici della transizione energetica e lo status attuale

Il primo beneficio che la transizione energetica porta con sé è il contenimento del riscaldamento globale, mantenendo sulla Terra temperature compatibili con la vita.

Ad oggi il mondo dell’industria ha cominciato a definire progetti concreti per mettere in atto la transizione energetica: alcuni sono già avviati, molti sono in fase di definizione. In questo quadro, come accennato, i settori più difficili da decarbonizzare dovranno trasformare il proprio processo produttivo passando talvolta attraverso una revisione del business e della strategia.

Le aziende riconoscono la necessità di operare i cambiamenti richiesti dalla transizione energetica e si stanno attivando per adempiere a regolamentazioni sempre più stringenti. Questo richiede tuttavia investimenti importanti, soprattutto per chi deve modificare radicalmente i processi produttivi. Dunque, è fondamentale che le industrie possano accedere a fondi dedicati, con il sostegno dei governi locali e della Comunità europea.

La regolamentazione della transizione energetica

In Europa, di norma è l’Unione europea a definire con le sue direttive le linee guida e gli obiettivi legati alla transizione energetica. Queste vengono poi recepite dagli Stati membri e applicate ai contesti industriali: sta quindi ai singoli Paesi declinare specifici target a livello nazionale mettendo a terra fondi e sistemi per raggiungere gli obiettivi.

Tra le regolamentazioni europee in atto, il pacchetto Fit for 55 indica i passaggi da seguire per ridurre le emissioni in Europa del 55% rispetto al 1990 ed entro il 2030. Un maggiore impiego di energia rinnovabile è una delle modalità attraverso cui potrà essere raggiunto questo obiettivo. In questo contesto, la Comunità europea ha emesso la direttiva RED (Renewable Energy Directive): a ottobre 2023, il Consiglio UE ha adottato la direttiva RED III, che stabilisce che, entro il 2030, le fonti rinnovabili impiegate nell’Unione europea rappresentino almeno il 42,5% dei consumi energetici totali (rispetto al 30% precedentemente fissato dalla RED II).

In Italia, il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) definisce gli obiettivi nazionali in materia di decarbonizzazione e le misure atte a poterli raggiungere. Per permettere alle industrie di beneficiare di risorse a supporto della transizione energetica, le direttive sono abbinate a dei piani di finanziamento: i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e del piano energetico europeo Repower EU, ad esempio, sono in parte destinati a finanziare i progetti di transizione energetica cantierabili già dal 2026.

L'impegno di Air Liquide per la transizione energetica

Air Liquide sostiene la transizione energetica con soluzioni concrete per decarbonizzare le proprie attività e proporre prodotti green ai suoi clienti. L’obiettivo del Gruppo è ridurre del 35% le emissioni dirette (Scope 1) e indirette (Scope 2) entro il 2035, raggiungendo la carbon neutrality entro il 2050.

L'idrogeno per la transizione energetica della mobilità pesante

Tra le soluzioni necessarie per raggiungere gli obiettivi richiesti dalla transizione energetica vi è il progressivo passaggio da idrogeno “grigio”, cioè quello prodotto tramite Steam Methane Reforming a idrogeno “verde” ottenuto cioè tramite processi di elettrolisi dell’acqua, alimentati ad energia rinnovabile. Il Gruppo ha già raccolto questa sfida attraverso progetti per impiegare idrogeno a basse emissioni di CO2 per diversi scopi, dall’industria ai trasporti sostenibili. Tra le iniziative più recenti, Air Liquide ha siglato una joint venture con TotalEnergies per sviluppare una rete di oltre 100 stazioni di idrogeno capaci di rifornire i mezzi pesanti sui principali assi stradali europei. 


La transizione energetica dei trasporti a partire dal biogas 

Air Liquide contribuisce alla transizione energetica dei trasporti anche attraverso impianti biometano capaci di valorizzare gli scarti agricoli e zootecnici. L’obiettivo del Gruppo è impiegare questo tipo di carburante frutto di un approccio circolare nella mobilità pesante, come già messo in atto con la flotta di trasporto San Pellegrino di Nestlé in Lombardia. Per il suo rifornimento, Air Liquide ha siglato in Italia un contratto pluriennale: il biocarburante prodotto a livello locale sarà in grado di rifornire fino a 50 camion al giorno.
 

Il supporto di Air Liquide per la transizione energetica delle bioraffinerie

Infine, un recente accordo stipulato tra Air Liquide e TotalEnergies, nel quadro della riconversione della raffineria di Grandpuits in bioraffineria, dimostra come diverse tecnologie volte alla transizione energetica possano essere complementari. Il biogas residuo prodotto nel sito francese sarà utilizzato per produrre idrogeno parzialmente rinnovabile, a sua volta destinato a diventare carburante per l’aviazione. Inoltre, la bioraffineria di Grandpuits sarà dotata della tecnologia di cattura e sequestro CO2 Cryocap™, sviluppata dal Gruppo.


Gas da fonti rinnovabili come abilitatori della transizione energetica

Infine, Air Liquide affianca i propri clienti anche attraverso un’offerta di gas industriali dalla ridotta impronta carbonica. Basata su una metodologia certificata da un ente terzo, l’offerta ECO ORIGIN™ comprende gas come anidride carbonica, ossigeno, argon o azoto prodotti al 100% con energia rinnovabile e destinati a numerose applicazioni industriali.


Dai trasporti all’industria, Air Liquide dimostra così di essere protagonista di progetti pionieristici per traghettare la società verso la transizione energetica: ridurre le emissioni di CO2 è, infatti, la sfida più importante del nostro secolo.