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Quali sono i rischi connessi all'inertizzazione?

Nelle applicazioni di inertizzazione per le industrie dei settori farmaceutico, chimico o alimentare, si utilizzano apparecchiature industriali per la realizzazione di atmosfere inerti.

 

Esistono inoltre rischi connessi alla presenza di atmosfere impoverite di ossigeno.
È quindi necessario mettere in pratica un piano di prevenzione del rischio, connesso all'anossia.

I rischi

Per i gas inerti come l'azoto (N2) o l'argon (Ar), l'anossia è causata dalla mancanza di ossigeno nell'atmosfera. Questi gas, essendo costituenti naturali di aria ambiente, si diluiscono nell'atmosfera e riducono la concentrazione di ossigeno. 
Al di sotto del 18% di ossigeno si avvertono i primi sintomi.
Il biossido di carbonio (CO2) non è un gas neutro e non fa naturalmente parte degli elementi dell'aria respirabile. Proviene, fra l'altro, dai rifiuti industriali e si aggiunge ai costituenti dell'atmosfera. 
Per un'atmosfera respirabile, le norme in vigore impongono un contenuto di CO2 massimo compreso tra 1.000 e 1.500 ppm nell'aria (ovvero da 0,1 a 0,15%).
Come misura di prevenzione nell'utilizzo di questo tipo di gas industriali, è importante sensibilizzare i lavoratori attraverso una formazione riguardante la sicurezza sul pericolo e sui rischi connessi alla salute.

Misure di prevenzione dell'anossia

Rinnovo dell'aria in ambienti inertizzati con azoto

Spazi diversi o volumi confinati (serbatoi, recipienti o contenitori vari) possono essere inertizzati con azoto o argon. 

  1. È obbligatorio, prima di aprire o accedere a queste zone, sostituire l'atmosfera presente con aria sana e respirabile. 
  2. È inoltre indispensabile controllare contemporaneamente la concentrazione di ossigeno all'interno del recipiente, mediante analisi o rilevamento.

Solo quando il livello di ossigeno è superiore al 19%, la normativa consente e autorizza l'accesso al serbatoio. 
Considerando comunque il rischio di anossia, è molto importante e consigliabile accedere a uno spazio confinato muniti di un rilevatore di ossigeno (O2) portatile.

Rinnovo dell'aria negli ambienti inertizzati con biossido di carbonio

Allo stesso modo dell'azoto o dell'argon, per un recipiente confezionato in CO2, sarà obbligatorio il rinnovo dell'atmosfera con aria sana e respirabile. La misurazione dell'atmosfera sarà effettuata rilevando il contenuto di ossigeno (O2), ma anche mediante un controllo del contenuto residuo di biossido di carbonio (CO2). Quest'ultimo deve essere inferiore a 1.000 ppm, valore previsto dalle specifiche normative,  per autorizzare l'accesso allo spazio confinato.
Quando si accede a questo recipiente per svolgere le attività previste, è fortemente consigliato indossare rivelatori di O2 e CO2.

Analisi dei rischi

Queste misure di prevenzione e protezione in prossimità degli impianti di inertizzazione sono basilari. Non sostituiscono in alcun modo un'analisi dei rischi specifica per ogni impianto. Dovranno tenere conto del gas inerte ma anche, ad esempio, dei vapori del prodotto liquido presenti nel recipiente, dei lavori di manutenzione da eseguire (ad esempio saldatura) al fine di mettere in pratica e garantire le misure di sicurezza appropriate.

Lo sapevi?
Per operazioni di manutenzione su canalizzazioni in cui si rischia di trovare un'atmosfera in cui sono presenti liquidi, sostanze o vapori infiammabili, per evitare diverse esplosioni, durante questi interventi di manutenzione, si usa una tecnica particolare di inertizzazione. Tale tecnica, utilizzata ad esempio dall'industria petrolchimica, consiste nell'uso di un tipo di inertizzazione che chiamiamo inertizzazione per effetto pistone.

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